Italys Statement to IFADs 25th Session of the Governing Concil
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Italy's Statement to IFAD's 25th Session of the Governing Concil
Signor Presidente, Signore e Signori Governatori, Signore e Signori Delegati,
Come nuovo Governatore dell'IFAD per l'Italia, mi sento particolarmente onorato di entrare a far parte di questa Istituzione che ha raggiunto un grande prestigio tra gli organismi internazionali che si dedicano allo sviluppo dell'agricoltura. Nel partecipare per la prima volta a questi lavori desidero anche rivolgere un cordiale saluto al Presidente dell'IFAD Signor Båge, eletto un anno fa da questo Consiglio, congratularmi con lui per l'eccellente lavoro svolto finora e assicurargli il pieno sostegno dell'Italia nel conseguimento degli obiettivi di questa istituzione.
L'economia mondiale sta cambiando rapidamente. L'integrazione dei mercati comporta una interdipendenza sempre più stretta tra le economie dei paesi e delle regioni del mondo. Dalla globalizzazione ci aspettiamo un miglioramento nell'accesso delle aree più povere alla tecnologia e ai mercati. Solo cosi, infatti, potrà diminuire il divario tra il progresso scientifico e tecnologico dei paesi ricchi e le condizioni di vita delle popolazioni più disagiate, che sono prevalentemente quelle rurali.
L'Italia si sente fortemente impegnata a sostegno delle istituzioni internazionali nella lotta contro la povertà e la fame nel mondo. In questo contesto continuiamo a sostenere che l'IFAD e una istituzione che ha il vantaggio di condividere le finalità generali perseguite dalle Nazioni Unite e allo stesso tempo di operare come una istituzione finanziaria internazionale nella realizzazione di progetti specifici in agricoltura. Da questa felice combinazione di elementi l'IFAD ha acquisito un patrimonio di esperienza e credibilità che ne hanno caratterizzato l'operato in termini di elevata specializzazione sì da renderla una istituzione altamente qualificata e tale da contribuire in modo significativo allo sviluppo delle aree piu povere. Inoltre la sua capacità di aggregare i contributi delle istituzioni finanziarie internazionali, dei governi nazionali e delle ONG è ampiamente riconosciuta.
Il Governo italiano ritiene pertanto che l'IFAD, ancorché dotato di limitate risorse, possa svolgere un ruolo importante nel mobilizzare le risorse necessarie per raggiungere l'obiettivo di dimezzare il numero dei poveri entro il 2015.
Purtroppo, per il conseguimento di questo risultato, si stanno verificando ritardi preoccupanti, e il numero di persone malnutrite è ancora molto alto, pari a circa 800 milioni, con una forte concentrazione in Asia e nell'Africa Subsahariana. Si tratta di popolazioni in condizioni di vita spesso drammatiche, che favoriscono il diffondersi di malattie, e che sono costrette a disperati movimenti migratori, e a sopportare disagi sociali che minacciano la stabilità politica di paesi già molto poveri.
L'Italia manifesta pieno sostegno agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio espressi nella dichiarazione delle Nazioni Unite del settembre 2000 e guarda con fiducia al Vertice Mondiale dell'Alimentazione del giugno 2002 per rafforzare l'impegno della comunità internazionale a favore dello sviluppo rurale e lanciare un forte appello per l'aumento della quota di aiuto pubblico destinata all'agricoltura.
I dati recenti sul finanziamento dello sviluppo agricolo dimostrano che, negli ultimi anni, gli aiuti internazionali all'agricoltura sono molto diminuiti, in linea con la tendenza generale degli aiuti pubblici allo sviluppo. Nell'intento di invertire questa tendenza e in vista della Conferenza sul finanziamento dello sviluppo, che si svolgerà nel Messico il mese prossimo, questo Consiglio è chiamato a indicare alcuni grandi temi di discussione.
Mi sembra particolarmente importante commentare alcuni suggerimenti contenuti nel documento tematico ovvero il quadro macroeconomico e il commercio internazionale, la mobilizzazione delle risorse finanziarie per lo sviluppo a livello nazionale e internazionale, e l'alleviamento del debito.
Riguardo al primo tema, auspico che il nuovo round di negoziati commerciali previsto nell'ambito del WTO possa essere avviato con una particolare attenzione ai problemi dei paesi poveri e all'accesso ai mercati dei loro prodotti. Credo che questo costituisca un contributo essenziale per le economie di questi paesi che non possono fare affidamento solo su apporti finanziari esterni. Inoltre, confido che le riforme introdotte nel sistema finanziario internazionale, dirette a renderlo più stabile e ad evitare le crisi dei mercati finanziari rendano i paesi più poveri meno esposti a brusche inversioni dei flussi di investimenti. Le crisi finanziarie che hanno colpito i mercati dei paesi emergenti nell'ultimo decennio hanno evidenziato sia i costi dell'instabilità finanziaria, sia la velocità con cui le turbolenze si manifestano da un paese all'altro. Senza la stabilità dei sistemi finanziari non si creano le condizioni per migliorare l'accesso al credito e all'assicurazione dei paesi più poveri e aumentare gli investimenti diretti. Gli investimenti diretti esteri e l'utilizzo a fini produttivi dei flussi azionari e obbligazionari sono una caratteristica distintiva dei paesi che si sono integrati con successo nell'economia mondiale. La loro entità dipende dall'esistenza di appropriate condizioni politiche ed economiche, dall'esistenza di un sistema di regolamentazione efficiente e che viene incentivata dalla presenza di adeguati flussi di aiuti pubblici. Ritengo, quindi, essenziale che l'azione dei governi nazionali sia indirizzata ad assicurare il rispetto di tali condizioni attraverso sane politiche macroeconomiche e strutturali, favorendo così anche la mobilitazione delle risorse interne e un migliore coordinamento tra le varie istituzioni, condizione - quest'ultima - necessaria per rendere più efficaci questo genere di aiuti.
In questo contesto, l'IFAD deve continuare a svolgere un ruolo decisivo nella lotta alla povertà e nel promuovere uno sviluppo economico equo e sostenibile e rafforzare il proprio ruolo catalitico di istituzione in grado di indirizzare le risorse internazionali dove l'impatto sullo sviluppo può essere maggiore. É tuttavia importante considerare attentamente le fonti di finanziamento di questa istituzione. I risultati del quinto replenishment non possono essere considerati soddisfacenti rispetto ai programmi dell'IFAD e agli ambiziosi obiettivi generali di riduzione della fame nel mondo.
Negli ultimi tempi si é discusso molto della situazione finanziaria dell'IFAD e della sua dipendenza dagli investimenti di portafoglio.
Considerata la volatilità dei mercati finanziari, sosteniamo da tempo che l'IFAD dovrebbe poter disporre di più elevati finanziamenti pubblici per non essere esposto a ridimensionamenti dei propri programmi di prestito. Una sana posizione finanziaria é la premessa necessaria per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che l'IFAD si pone. Prendiamo atto con soddisfazione che i lavori del nuovo replenishment vengono avviati ufficialmente in occasione di questa riunione del Consiglio dei Governatori: l'Italia che é tra i principali paesi contribuenti dell'IFAD, in pieno accordo con gli altri paesi membri, é pronta a dare un costruttivo apporto, e auspica il raggiungimento di migliori equilibri tra i contributi delle diverse liste di paesi.
Comprendiamo le richieste di quei paesi che collegano i lavori sul replenishment ad una valutazione dei risultati dei progetti realizzati dall'IFAD e al loro corretto inserimento nelle strategie adottate dai paesi beneficiari per combattere la povertà. Un sistema di allocazione di risorse legato alla performance, oltre a garantire operazioni di successo, creerebbe gli incentivi necessari per attuare le riforme e ridurre la povertà.
L'Italia é fermamente impegnata nella riduzione del debito dei paesi eleggibili all'iniziativa HIPC. Siamo, infatti, tra i maggiori donatori dell'HIPC Trust Fund gestito dalla Banca Mondiale cui abbiamo per il momento assicurato un contributo di 70 milioni di dollari. Riteniamo che l'IFAD, al pari delle altre istituzioni finanziarie internazionali, abbia diritto ad accedere alle risorse di questo Fondo. É questo un punto importante che merita l'attenzione di tutti gli azionisti dell'IFAD per garantire la copertura dei costi dovuti dall'istituzione nell'ambito dell'iniziativa HIPC, al fine di salvaguardare il programma prestiti dei prossimi anni. L'Italia si é già assunta le proprie responsabilità garantendo all'IFAD un contributo complementare di 3,72 milioni di euro.
Per concludere, il governo italiano ammette particolare importanza ai lavori di questa sessione del Consiglio dei Governatori che vedono l'avvio delle consultazioni sulla ricostituzione delle risorse dell'IFAD. Arrivare rapidamente ad un accordo sostanziale in tali consultazioni rappresenterebbe un messaggio importante della Comunità internazionale alle popolazioni delle aree rurali più povere.